La più bella spiaggia della Turchia: Patara Beach

  • Sara
  • Turchia
  • 6 Mag 2024 6 Maggio 2024
  • 2m 13s 2 minuti e 13 secondi
Riassunto

  • Patara Beach: Una delle spiagge più spettacolari della costa turchese della Turchia, nota per le sue dune di sabbia dorata.
  • Nidificazione delle tartarughe: In estate, la spiaggia ospita migliaia di tartarughe marine che nidificano.
  • Sosta con camper: È possibile sostare gratuitamente con un camper a Patara Beach, eccetto durante la stagione delle tartarughe.
  • Fethiye: Vicina a Patara Beach, famosa per le tombe scavate nella roccia e la spiaggia di Oludeniz.
  • Pinara: Sito archeologico con teatro romano, antiche tombe e resti di un tempio di Afrodite.
  • Kas: Città turistica con un anfiteatro che offre una vista mare spettacolare.
  • Monte Chimera: Conosciuto per i fuochi naturali alimentati da gas sotterranei, legato alla mitologia.
  • Esperienze di viaggio: Incontri con viaggiatori di diverse nazionalità e avventure sotto un cielo stellato.

Discalimer: Questo riassunto è in fase di test. Se ci sono errori è colpa di Sakè

Lo sapevi che lungo la costa turchese della Turchia si trovano alcune spiagge spettacolari? Patara Beach è una di queste. Ma andiamo con ordine!

Alla ricerca del deserto Turco

Un mattino ci siamo ritrovati lungo una strada che si stringeva sempre di più, dove l’asfalto lasciava spazio a terreno e pietre, fino a trovare il piazzale perfetto, affacciato sulle dune di Patara. Davanti a noi il deserto, di nuovo, ancora. Una costante del nostro viaggio. Come il cielo, la terra, il mare.

Abbiamo raggiunto la prima duna, la seconda, la terza, in un sali e scendi in cui arrancare, in cui ogni passo era conquista verso la costa. Finché le mani non hanno trovato l’acqua, finché un’onda prepotente non ha invaso le nostre scarpe e la nostra risata creava un’eco, mentre tornavamo indietro ritrovando la via attraverso granelli di sabbia dorati, gli stessi che d’estate ospitano il nido di migliaia di tartarughe.

Al piazzale c’erano il nostro van, una coppia di inglesi, i turchi. E poi ancora i tedeschi e infine due francesi. È iniziato così il gioco dei nomi: Frieda e Sebastian, Gulcesa e Orkan, Pauline e Gabriel, Kaya e Ross. Tatuati nel cuore. Mentre parlavamo grazie a quell’inglese che ha il potere talvolta di accorciare le distanze il sole infuocava il cielo, come a voler in qualche modo illuminare il destino che ognuno di noi affidava al vento e confidava a un gruppo diventato ben presto famiglia allargata. E poi il legno, il fuoco che si alimenta, mentre nuovi discorsi prendevano forma, mentre ardeva il desiderio di scoprire quanto più possibile le storie altrui, sotto un cielo trasformatosi in tetto stellato. Purtroppo non abbiamo potuto fermarci molti giorni perché l’indomani un fuoco divampato nella valle vicina ci ha costretti a fuggire in piena notte per lasciare spazio alle unità di soccorso qualora avessero avuto bisogno e poi ha iniziato a piovere, rendendo la strada un accesso per noi quasi impossibile.

Si può sostare con il camper a Patara Beach?

Sì, e anche gratuitamente, tranne in estate, periodo nel quale nidificano migliaia di tartarughe marittime.

E i dintorni?

Se vuoi visitare anche i dintorni di Patara Beach eccoti alcuni consigli:

  • Fethiye: con le sue tombe scavate nella roccia. Uno spettacolo a cielo aperto. A pochi chilometri si può raggiungere la spiaggia di Oludeniz.
  • Pinara: un sito archeologico meraviglioso, con il suo teatro romano incastonato nella roccia e attorniato da prati verdi, una stradina che sale verso le antiche tombe realizzate completamente nella roccia della montagna, i resti di un tempio di Afrodite con rocce di forma fallica.
  • Kas: una città carina da visitare, molto turistica, ma con un anfiteatro con vista mare stupendo!
  • Monte Chimera: per raggiungerlo abbiamo attraversato strade incastonate fra le montagne, con ruscelli ingrossati ai bordi, sotto a un cielo spettrale con fulmini che illuminavano da lontano il mare. Uno spettacolo, seppur a tratti spaventoso. Ci siamo parcheggiati vicino alle barche in rimessaggio e ci siamo addormentati fra tuoni, boati e gocce rumorose. È stato solo quando ci siamo accertati che non avrebbe più piovuto fino a sera che abbiamo deciso di visitare la valle alle nostre spalle, dove ci si incammina per un chilometro su scalini creati nelle rocce, tutti a debita e faticosa distanza tra di loro fino a raggiungere quei fuochi naturali che rendono questo luogo speciale. Il Monte Chimera è noto per la presenza di gas naturali nel sottosuolo che alimentano fiamme sempre presenti, mentre il suo nome lo lega all’antico mostro mitologico dal corpo di leone con una testa di capra sulla schiena e la coda di serpente. Fortunatamente siamo arrivati in cima in compagnia di un innocuo gattino dal pelo bruciacchiato, mentre la luce del giorno mascherava ancora la magia del posto. Poi d’improvviso si è spalancata una finestra naturale di fronte a noi, con il tramonto che tingeva il mare di mille e più colori, tra il crepitio del fuoco e il calore delle fiamme.

Arigatou, alla prossima.

🇮🇹 → 🇯🇵 9268 km (in linea d’aria)

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