Sakè: un gatto decisamente speciale
Era una sera di settembre. Stavamo mangiando in un ristorante giapponese di Torino, per viaggiare un po’ con la mente verso uno dei paesi che amiamo. Iniziammo a parlare di animali, in particolare di gatti, dato che Miele, il ragdoll di cinque anni di Paolo, era venuto a mancare da un mese ed erano stati giorni pieni di sofferenza.
Raggiungemmo un accordo: saremmo andati a vedere un cucciolo quel sabato. Solo a vederlo poi ne avremmo parlato. Alle 14 arrivammo al punto che ci era stato indicato dal signore contattato a Torino. Quando scendemmo ci misero fra le mani una palla di pelo che pesava sì e no 300 grammi.
L’attimo in cui ci siamo scelti a vicenda
La linguetta rugosa di quel gattino speciale iniziò a leccare le nostre dita e il signore ci disse che potevamo caricarla in auto, che era una femminuccia di quasi 3 mesi e si alimentava già da sola. Ma come, i patti erano solo vederlo! Non sarebbe arrivato a fine sera, ci disse voltandosi dall’altra parte. Guardammo lui con odio e il piccolo gattino con amore. Così salimmo in auto in tre, senza pensarci due volte.
Eravamo destinati ad incontrarci? Forse sì. Iniziammo a ridere, a pensare ai possibili nomi, alla reazione di Olimpia. Trovammo subito un veterinario aperto. Scoprimmo che era un maschietto e non aveva nemmeno due mesi di vita. Cominciava così una nuova ricerca del nome perfetto. Perché non Sakè? La sua presenza nelle nostre vite era stata discussa al ristorante giapponese e ci aveva fatti ubriacare di amore non appena lo avevamo visto. Era deciso.
Da lì a poco scoprimmo che anche con Olimpia le cose sarebbero andate bene, perché quell’esserino era sopravvissuto grazie a noi e si meritava il posto di membro della famiglia. Quello che non sapevamo era che era davvero un gatto speciale e che ci avrebbe regalato attimi indimenticabili ogni giorno.
Sai che adesso viviamo a bordo di un van con lui e Olimpia? Puoi seguire le nostre avventure sul nostro canale YouTube !