Bosnia ed Erzegovina in camper: tour di 7 giorni

  • Sara
  • Bosnia
  • 30 Novembre 2023
  • 5 minuti e 53 secondi

La Bosnia ed Erzegovina è un paese ancora non troppo preso d’assalto dal turismo, forse per un retaggio di quella guerra che negli anni 90 ha messo alla prova la popolazione dell’ex-Jugoslavia, che si ritrova a pagarne ancora le conseguenze.

Noi, nonostante Sara fosse già stata a Sarajevo e a Mostar, abbiamo deciso di scoprire la nazione più lentamente, on the road, ed è stato addentrandoci nei suoi luoghi che abbiamo scoperto una terra serena, nonostante sia in vigore un sistema di governo altalenante che provoca continui cambi di pensiero.

Abbiamo attraversato via terra la frontiera a nord est del paese, entrando dalla Croazia. E’ bastato esibire la carta d’identità e il libretto del mezzo e in una manciata di minuti eravamo in un nuovo paese, dove il rintocco delle campane si alterna al canto del muezzin, e dove coesistono la Republika Srpska (Repubblica Serba) e la Federazione di Bosnia ed Erzegovina, divisa a sua volta in 10 cantoni.

Questa soluzione politica adottata nel 1995 ha permesso di far coesistere non solo diversi gruppi etnico-culturali della Bosnia (serbi, croati e bosniaci), ma anche diverse fedi religiose (cristiana, musulmana, ortodossa ed ebraica).

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Cosa vedere in Bosnia ed Erzegovina

Il nostro itinerario prevede di attraversare il Paese con un viaggio on the road da nord a sud, dato che successivamente abbiamo proseguito verso il Montenegro.

Banja Luka

Banja Luka è la seconda città più grande del Paese ed è la capitale amministrativa della Repubblica Serba. La via centrale è un continuo interfacciarsi di chiese e moschee, ristorantini e locali, in un’atmosfera giovanile e conviviale. Noi abbiamo raggiunto le mura della vecchia fortezza medievale, da dove si ha una bella visuale sul fiume che divide la città. Non troppo distanti si trovano le terme di Vrucica, vere e proprie sorgenti con acqua calda, immerse in un piccolo canyon naturale. A metà strada verso la tappa successiva ci siamo fermati al monastero ortodosso di Krupa, del quale vi consigliamo di visionare gli interni. A pochissimi chilometri di distanza potete ammirare alcuni mulini ad acqua ancora funzionanti e d’estate acquistare la farina prodotta in loco.

Jajce

Seguendo la valle del fiume Vrbas si arriva a Jajce, meta famosa per le omonime cascate alte 17 metri e poste proprio nel centro cittadino. Per accedervi occorre pagare un ticket, ma seguendo i locali che passeggiano tranquilli per le strade del paese e i parchi cittadini si riesce ad ammirarle dall’alto anche senza pagare. Dal centro cittadino, che pullula di bar e negozietti, si può salire in cima alla collina che conduce al forte (attenzione: qui accettano solo la moneta locale per l’ingresso). A 10 minuti di strada da Jaice si trovano invece i mulini, cosiddetti Mlincici, e il lago Pliva. Ad oggi i mulini non sono più attivi ma una comoda passerella permette di camminarvi in mezzo e ammirare la natura circostante.

Visoko e le piramidi bosniache

Questa meta non era prevista nel nostro itinerario, ma dovendo cercare un posto per spezzare il viaggio abbiamo tentato di approfittarne per visitare un altra meta “degna di attenzione”. Purtroppo le “piramidi” a noi non sono piaciute particolarmente e occorre un po’ di fantasia per chiamare in tal modo le colline del posto. Sicuramente la natura qui è piacevolmente rigogliosa, ma è valsa la pena fermarsi proprio solo come tappa per pranzare prima di raggiungere la capitale Sarajevo.

Sarajevo

Visitare Sarajevo senza che la mente torni ai giorni della guerra è pressoché difficile: i segni del conflitto sono ovunque, sui muri, nei monumenti e nelle lapidi, nei musei e nelle mostre. Nonostante ciò Sarajevo è una città piccola ma piena di vita. Qui, come nel resto del paese, si mescolano 4 religioni diverse e culture diverse, per cui ci si ritrova a passeggiare fra chiese, cattedrali ortodosse, moschee e sinagoghe.

Noi abbiamo dedicato due mezze giornate alla città, se vuoi saperne di più puoi leggere l’articolo che abbiamo scritto in merito qui.

La prima tappa è stato il Museo del Tunnel, nei pressi dell’aeroporto. Il tunnel fu scavato in gran segreto a mano, da valorosi volontari attivi su 4 turni di 8 ore no stop, partendo da una casa privata sotto l’aeroporto (unica zona non bombardata), e serviva per far fuggire gli abitanti della città sotto assedio, ma anche per rifornire di cibo e munizioni. Si trova a pochi chilometri dal centro città ed è visitabile in autonomia o con guida (pagamento solo con moneta locale). In loco è presente un comodo parcheggio a pagamento dove accettano e cambiano gli euro. Possibilità di caricare acqua e sostare per la notte a tariffa raddoppiata. Questo tunnel, denominato anche “tunnel della speranza”, è stato il motivo grazie al quale la città è riuscita a mantenersi viva: 700 metri di galleria sotterranea (oggi ne sono visitabili 25) per consentire di far arrivare in città cibo, acqua, medicinali, gasolio e tutto ciò che serviva per far sopravvivere la popolazione. Consigliamo veramente di visitarlo per capire di più la tensione di quegli anni.

Da qui ci siamo diretti verso le montagne alle spalle di Sarajevo, per raggiungere la vecchia pista da bob utilizzata durante le Olimpiadi invernali del 1984 e poi diventata tristemente famosa come postazione dei cecchini e mortai serbi durante la guerra. Il luogo può sembrare un po’ tetro dato che è totalmente in disuso, ma i numerosi segni di mortaio e proiettili sono stati un po’ mascherati da graffiti e opere di street-art. Raggiungendo la sommità si arriva ad un punto panoramico decisamente superbo sulla città. Questa zona si può raggiungere in auto in una ventina di minuti o con la funicolare che parte dal centro città.

Il giorno successivo l’abbiamo dedicato alla scoperta del vecchio quartiere della città, la Baščaršija, un susseguirsi di viuzze acciottolate, costellate di pasticcerie, ristoranti e negozietti di artigianato. Un grande bazar insomma, in cui domina la scena la moschea ottomana di Gazi Husrev-bey. In Piazza Sebilj si trova invece una fontana settecentesca, vicino alla quale si possono ammirare ogni giorno centinaia di piccioni sfamati da turisti e locali. Non lontano si trovano la Biblioteca Nazionale, incendiata quasi totalmente dai bombardamenti serbi, e il Ponte Latino, luogo in cui ebbe origine l’omicidio di Francesco Ferdinando che scatenò la Prima Guerra Mondiale. Interessante è “la linea che divide oriente da occidente” lungo la Bascarsija: un punto preciso in cui finisce improvvisamente l’architettura islamica ed inizia improvvisamente la parte austriaca. Qui si mescolano di nuovo non solo architettura, ma anche religioni e culture. In ultimo abbiamo approfittato di un negozietto per rifocillarci con burek (la tipica sfoglia ripiena dei Balcani) e yogurt e siamo tornati al camper per raggiungere la cittadina di Konjic.

Konjic

Questa cittadina è attorniata da colline bellissime e se amate gli sport estivi come il canottaggio potrebbe davvero fare al caso vostro. Noi abbiamo passeggiato per le sue viuzze e attraversato lo storico ponte, ma se avete interesse ed occasione potreste visitare il Bunker di Tito. Si tratta di un grande segreto della ex Jugoslavia, un vero e proprio bunker adibito alla salvaguardia dell’ex presidente e del suo entourage, oggi totalmente restaurato e divenuto museo: si narra che Tito non l’abbia nemmeno mai visto ultimato. La visita è possibile solo con guida in orari prestabiliti, in caso vi conviene informarvi sul sito web o al centro informazioni.

Mostar

Mostar è forse la meta più turistica di tutta la Bosnia ed Erzegovina, il cui simbolo è il ponte Stari most (ponte vecchio), distrutto nel 1993 durante la guerra e ricostruito nel 2004. Oggigiorno non è raro vedere ragazzi che in cambio di offerte si tuffano dall’alto dei 20 metri del ponte. Per arrivarsi basta camminare lungo le vie del piccolo centro storico che pullula di ristoranti e bancarelle, arrivare alla moschea Koski Mehmed-Pasha (dove è possibile salire sul minareto per avere una vista panoramica sulla città) e percorrere i ciottoli che costeggiano il fiume Neretva fino al ponte. Da qui si può scendere verso sinistra e ritrovarsi sulla sponda per ammirare lo Stari Most dal basso oppure terminare il giro cittadino addentrandosi di nuovo tra vicoli e ristoranti fino a raggiungere un secondo ponticello, anch’esso però molto scenografico.

Blagaj

Blagaj è un piccolo villaggio incastonato fra vigneti e montagne, non troppo distante da Mostar, che deve la sua importanza al monastero Blagaj Tekija, un monastero derviscio risalente al 1500. Ricostruito di recente e abbandonato dai dervisci durante la Seconda Guerra Mondiale per ordine dei nazisti, resta tutt’oggi particolare per essere incastonato nella montagna sulla sorgente del fiume Buna. Arrivando ci si ritrova in un luogo un po’ snaturato poiché sono stati creati numerosi ristoranti lungo il letto del fiume, e anche trovare la giusta strada per raggiungere il punto panoramico non è semplicissimo (a proposito, spieghiamo come fare nel nostro video in merito).

Počitelj

Počitelj è un antico villaggio arroccato tra le mura. E’ impossibile non ammirarlo già dal basso, ma è camminando fra le sue viuzze acciottolate, inerpicandosi fino in cima alla torre e raggiungendo la fortezza, che sembra di essere catapultati in un passato lontano. Questo villaggio è stato disabitato per tantissimi anni ed è solo grazie alla costruzione della nuova statale che ha potuto acquisire vigore.

Trebigne

Trebigne è la città più a sud, a un’ora dal confine con il Montenegro. La città di per sé non ha granché da offrire. Degni di visita sono invece il monastero ortodosso Tvrdos, a 10 minuti dalla città, che contiene affreschi a dir poco splendidi, in un ambiente circondato da vigneti, e il monastero ortodosso che si trova sulla sommità della collina, dove è possibile godere di un panorama mozzafiato.

Informazioni utili e considerazioni

Noi abbiamo sempre effettuato sosta in libera e utilizzato due parcheggi a pagamento centrali per la visita diurna nelle cittadine di Sarajevo e Mostar. La Bosnia ed Erzegovina si è rivelata un paese davvero sicuro e si trovano numerosi campeggi, forse un po’ cari per il paese, mentre non si trovano aree di carico e scarico gratuite.

Le strade sono in ottimo stato, tenendo conto che noi abbiamo attraversato solo strade statali e non autostrade.

Speriamo che questo itinerario vi sia stato di aiuto e di ispirazione e se avete curiosità o domande vi aspettiamo nei commenti! Per tutti gli altri itinerari relativi ai Balcani vi rimandiamo alla sezione apposita, mentre se volete rivivere le nostre avventure un po’ dal vivo sul canale Youtube trovate i video dedicati alla Bosnia ed Erzegovina.

Cosa vedere e dove parcheggiare il camper?

Scoprilo con la comoda mappa qui sotto:

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