Marocco in camper: dalla costa al deserto a Marrakech
In questo articolo andremo a scoprire insieme montagne, deserti e luoghi inaspettati in Marocco. Siamo arrivati qui dopo aver visitato la costa atlantica e dopo essere ritornati dalle nostre avventure in Mauritania e in Senegal.
Sulle nostre scelte relative a questo itinerario hanno sempre influito i consigli della fantastica guida scritta dai nostri amici Rose e Fabio I giramondo ma non troppo .
Ci siamo lasciati incantare e stupire, abbiamo scoperto allergie inaspettate e assaggiato cibi particolari, siamo stati accolti come in famiglia e ci siamo ritrovati con le scarpe piene di sabbia del deserto fino a raggiungere montagne in alta quota. Insomma, è stata una grande avventura!
Tabella dei contenuti
Itinerario
Tornati indietro da quella che viene chiamata “l’Africa nera”, ci siamo ritrovati in pieno periodo di “Ramadan”, che significa strutture e servizi chiusi di giorno e aperti di sera quasi ovunque. Oltre a ciò significa per chi professa la religione Musulmana adattarsi a un ritmo alimentare differente, ed è così che ci siamo ritrovati a cenare in orario di colazione a casa di amici (scopri qui che banchetto!), ad assaggiare i dolci tipici, per poi attraversare il paese verso il deserto al confine con l’Algeria (che raccontiamo nella terza parte di questo viaggio), riuscendo anche ad ammirare le scogliere di Legzira, graziati questa volta dalla bufera di sabbia.
In questa sezione vi elencheremo quindi tutte le tappe della nostra avventura, lasciandoci alle spalle Dakhla, Tan Tan e Tiznit (che abbiamo visitato nel precedente articolo) e raggiungendo Marrakech e la “Svizzera marocchina” (hai letto bene, non siamo impazziti!).
Al fondo di questio articolo troverete il nostro itinerario in breve, la mappa con tutti i puntalini relativi a soste (quasi tutte in libera) e le nostre considerazioni .
Giorno 1: siamo arrivati a Tafraout, dopo aver attraversato colline, strade panoramiche e paesaggi incantevoli. Ci siamo subito recati nel palmeto per trovare un posto all’ombra in cui riposare e dal quale abbiamo raggiunto il centro cittadino a piedi, sotto la sola luce delle stelle, in un’atmosfera surrale. Tafraout è famosa per la produzione di babbucce colorate, davvero particolari da vedere e perché no indossare. Il costo del parcheggio è di 15dh per giorno ma è custodito con tanto di guardiani che girano tutta la notte con le torce a controllare l’area.
Giorno 2: abbiamo deciso di regalarci un’avventura davvero emozionante (che puoi rivedere in questo video ) e di raggiungere, roccia dopo roccia, il famoso “trampolino di Tafraout”, uno spuntone dal quale ammirare un paesaggio dall’alto a 360°. Consigliamo vivamente quest’esperienza che per noi è stata una delle più emozionanti in Marocco (bastano un paio di scarponcini e un po’ di voglia di avventura, oltre a un aiuto da casa per le coordinate che non guasta mai).
Giorno 3: abbiamo lasciato il palmeto a malincuore per raggiungere insieme ai nostri animali il famoso sito delle rocce colorate (painted rocks): pare che un artista belga le abbia dipinte nel tempo, donando un po’ di colore alla zona. C’è chi le ha apprezzate e chi la ha criticate, secondo noi sono abbastanza particolari da meritare uno sguardo. La strada è sterrata ma percorribile.
Salutata anche Tafraout ci siamo diretti lungo una strada in cresta davvero panoramica e spettacolare, tant’è che non ci sembrava nemmeno più di essere in Marocco. Dopo una merenda on the road a base di pane marocchino e amlou (la tipica crema di frutta secca a base di mandorle che si trova in queste zone e che vi consigliamo di assaggiare), siamo arrivati a Tata, in una zona che sembrava essere il pianeta Marte.
Giorno 4: Tata offre parecchie possibilità di escursione, soprattutto fra i palmeti. Purtroppo Sara ha scoperto di essere allergica al polline della fioritura delle palme, motivo per cui dopo una visita medica a domicilio presso il campeggio di Tata (a proposito, noi usiamo questa assicurazione sanitaria all’estero e ci troviamo davvero bene), abbiamo comprato un pane cotto sulla pietra (l’abbiamo trovato solo qui, se vedi qualcuno cucinarlo ti consigliamo di assaggiarlo!) e ci siamo allontanati dalla zona dei palmeti, ammirando a distanza quello nel letto del fiume di Tissint.
Giorno 5: se lungo la costa atlantica vi avevamo consigliato tappezzieri e tecnici per camper a Tiznit, a Zagora si possono trovare invece meccanici e carrozzieri super specializzati. Proprio in questa cittadina abbiamo fatto siliconare alcuni pezzi del van che avevano patito le strade della in Mauritania e del Senegal.
Giorno 6: sulla strada che ci ha condotti verso il deserto abbiamo compiuto alcune deviazioni, tra cui quella a Serdrar. In questa zona si può camminare sulle dune e andare alla scoperta dei reperti fossili. Tante persone amano portarsi a casa questi cimeli, noi abbiamo preferito lasciarli nel loro luogo di appartenenza.
Giorno 7-9: la seconda deviazione prima di raggiundere Merzouga, la meta più famosa del Sahara, è stata a Tarfaout Sidi Ali. Dovevamo recarci in un campeggio consigliatoci da amici ma quando siamo giunti in questo luogo e abbiamo conosciuto Mustapha e la sua famiglia, che dirigono la struttura della Kasbha Maggaman , abbiamo deciso di rimanere con loro più giorni. Se decidete di avventurarvi in questo luogo magico, in cui è possibile parcheggiare il camper o sostare presso le camere della struttura, non perdetevi una passeggiata fra i palmeti piantati dal nonno di Mustapha, che sarà ben felice di accompagnarvi a scoprire la sua terra. Ultimo consiglio: assaggiate il cibo preparato dalle donne di casa e lasciatevi conquistare dalla loro generosità. Per noi sono state giornate splendide in compagnia di quella che consideriamo un pezzo di famiglia .
Giorno 10-11: dopo giorni pieni di emozioni ci siamo recati a Rissani per fare un giro nel famoso mercato del martedì, dove si può trovare di tutto, per poi dirigerci a Merzouga e concederci un tramonto spettacolare sulle dune. Qui si può decidere di avventurarsi a piedi oppure affidarsi a una delle agenzie che affittano quad o organizzano tour con i cammelli: questo luogo ormai è super turistico, con tantissimi camping che mettono a disposizione la piscina per trovare refrigerio dalle alte temperature.
Giorno 12-13: lasciato il deserto per le temperature un po’ fastidiose e per il problema di non poter trovare refrigerio sotto l’ombra delle palme data l’allergia di Sara, ci siamo diretti verso le “gole del Todra”. Il punto panoramico e più famoso è il tratto di qualche chilometro che si percorre proprio in una gola ricavata fra le rocce, lungo il quale si trovano numerosi venditori ambulanti. Proseguendo, la strada rimane molto affascinante ma non abbiamo voluto avventurarci troppo a nord per non rischiare di trovare tratti impercorribili senza un mezzo 4x4.
Giorno 14-15: attraversata la valle delle rose seppur senza vederne alcuna fiorita siamo arrivati alla “valle del Dades”. Anche qui il tratto panoramico è solo uno, limitato alle ultime curve in quota, che creano in ogni caso uno spettacolare percorso tornante dopo tornante. In vetta si trova un ristorante/caffè, noi abbiamo però preferito assaggiare la cucina berbera cucinata per mano di un’intera famiglia, assaporando i gusti della tradizione.
Se volete scoprire queste strade spettacolari e cosa abbiamo mangiato trovate tutto in questo video.
Giorno 16: la meta successiva è stata Ouarzazate, dove abbiamo deciso di visitare la famosa Kasbha per 40dh a persona (4 euro) senza guida.
Giorno 17: altra meta molto particolare lungo questa strada chiamata “la strada delle mille Kasbe” è Ait-Ben-Haddou. Nei dintorni si possono visitare anche gli studios nei quali sono stati girati molti film famosi. Noi abbiamo preferito una visita mattutina alla parte antica del paese per poi rimetterci su strada arrivando a Telouet, tra paesaggi montani mozzafiato. Proseguendo a nord lungo la P1506 si raggiunge, attraverso paesaggi spettacolari, il Passo Tizi N’Tichka a 2205 mt di altezza. Da qui noi abbiamo proseguito verso Marrakech.
Giorno 18: tra tutto quello che abbiamo potuto ammirare in Marocco, Marrakech è stata una delle mete che abbiamo apprezzato di meno. Ci è parsa come un mercato confusionario, dove passeggiando fra le bancarelle si respira lo smog dovuto ai motorini che sfrecciano a destra e sinistra e si viene continuamente infastiditi. Anche la famosa piazza centrale ci ha intristiti, popolata da serpenti imbambolati e scimmie tenute alla corda. Tra le varie attrazioni turistiche abbiamo deciso di visitare la Medersa Ben Youssef , antica scuola coranica, davvero ben mantenuta.
Dopo aver visto e vissuto il Marocco per quasi due mesi Marrakech ci è sembrata un enorme trappola per turisti.
Giorno 19-20: abbandonata la grande città e il suo caos, abbiamo optato per scoprire le montagne nei dintorni di Marrakech e immergerci nella natura. La prima tappa è stata Sti Fadma, dove si possono fare delle belle escursioni andando a scoprire le cascate. Ci si può avventurare da soli come abbiamo fatto noi oppure affidandosi a una guida.
Giorno 21-22: altra meta naturalistica che ci è piaciuta molto è stata Imlil. Anche qui ci si può avventurare a piedi alla ricerca di una bella cascata che si trova dopo aver attraversato il piccolo borgo che pullula di venditori di qualsiasi cosa.
Giorno 23-24: dopo aver ammirato il “natural bridge”, un ponte scavato naturalmente nella roccia, ci siamo diretti alle Cascate di Ouzoud. Abbiamo deciso di visitarle di sera e di mattina, avventurandoci da soli lungo il percorso che le costeggia. Questo luogo, magico, è ormai una nota meta turistica, ecco perché consigliamo una visita al mattino presto, per non incontrare troppa folla e godere di un attimo di pace di fronte al rumore della cascata.
Giorno 25-26: quando siamo arrivati al lago Bin El Ouidane abbiamo deciso che ci saremmo fermati due giorni in questo luogo surreale, minato dalla siccità. Oltre noi c’erano solo un paio di pescatori, in una cornice naturale a 360°.
Giorno 27-29: su consiglio di amici abbiamo deciso di avventurarci nuovamente verso le montagne e raggiungere, dopo aver fatto scorta di frutta e verdura e altri beni alimentari, la particolare montagna chiamata “Cattedrale di Amsfrane”. Anche qui siamo rimasti un paio di giorni, ad ammirare la natura incontaminata. Sulla via del ritorno, prima di raggiungere il lado di Bin El Ouidane, abbiamo assaggiato una pizza deliziosa.
E’ andato tutto bene in questi luoghi? Scoprilo nel video ⤵️
Giorno 30-31: sempre per rimanere in tema natura, che è ciò che più abbiamo amato in Marocco, abbiamo raggiunto il Lago di Ouiouane, lungo il cui perimetro si può passeggiare ammirando anche le scimmie libere nel loro habitat.
Giorno 32: lungo la strada che conduce a Ifrane, considerata la “Svizzera marocchina” per le sue case a graticcio (a propostito d’inverno qui nevica, lo sapevi?) avremmo voluto visitare la foresta di cedri di Azrou, popolata da numerose bertucce. Purtroppo però, date le alte temperature nel momento (metà maggio), la zona era infestata di processionaria, insetto pericoloso per i nostri animali che avremmo dovuto tenere chiusi in camper.
Da questo punto in poi le nostre avventure in Marocco sono proseguite verso Fes, il sito archeologico di Volubilis, la costa mediterranea e la città Blu fino a tornare a Tanger Med. Se vuoi scoprire cosa abbiamo visitato in queste zone trovi tutto in questo articolo.
In breve
Giorno 1: Tafraout
Giorno 2: Tafraout (roccia trampolino)
Giorno 3: Tafraout (painted rocks)
Giorno 4: Tata
Giorno 5: Zagora
Giorno 6: Serdrar
Giorno 7-9: Tafraout Sidi Ali
Giorno 10-11: Merzouga
Giorno 12-13: Gole del todra
Giorno 14-15: Valle del Dades
Giorno 16: Ouarzazate
Giorno 17: Ait-Ben-Haddou, Telouet, Passo Tizi N’Tichka
Giorno 18: Marrakech
Giorno 19-20: Sti Fadma
Giorno 21-22: Imlil
Giorno 23-24: Cascate di Ouzoud
Giorno 25-26: Lago di Bin El Ouidane
Giorno 27-29: Cattedrale di Amsfrane
Giorno 30-31: Lago di Ouiouane
Giorno 32: Ifrane
Quanto abbiamo speso
Di seguito elenchiamo tutte le spese sostenute dal momento in cui siamo rientrati in Marrocco dopo la nostra esperienza in Mauritania e Senegal (che trovi qui) fino alle porte di Fes (che invece trovi qui).
Nelle spese sono inclusi i costi di benzina per andare dal border con la Mauritania a Tafraout:
Spese
Totale :
Considerazioni
In tutta questa zona del Marocco sono due gli aspetti che abbiamo apprezzato maggiormente: le persone e la loro ospitalità (tranne nei casi di chi era interessato solo a ottenere denaro, come ad esempio i finti guardiani dei parcheggi) e i luoghi naturali. E’ stato emozionante scoprire montagne dall’aspetto diverso rispetto alle alpi piemontesi alle quali i nostri occhi erano abituati da trent’anni, assaggiare i piatti cucinati in famiglia per il periodo del Ramadan, vivere un Marocco della tradizione e non solo quello turistico.
E’ davvero difficile stilare una classifica di preferenza fra tutte queste mete, motivo per cui ci sentiamo solo di sottolineare il fatto che ciò che ci è piaciuto di meno è stato visitare la grande e caotica città di Marrakech.
E’ stato bello vivere a fianco di chi abita queste terre da decine e decine di anni, scoprirne il passato e i rischi sul futuro legati alla siccità.
Forse, dovendo tirare le somme, questi luoghi e le emozioni che qui abbiamo vissuto sono quelli che più ricorderemo di tutta la permanenza in Marocco.
Il nostro Vlog
Cliccando qui puoi vedere tutte le nostre avventure in Marocco:
Le nostre mappe
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