Quando il destino ci ha portato Genepì: la nostra storia di adozione di un cucciolo in Giappone
Era la fine di febbraio, e in Giappone la neve cadeva silenziosa, lenta come una carezza fredda. Il vento soffiava forte tra le strade vuote, e il nostro visto stava per scadere. Intorno a noi, un tempo sospeso, fatto di incontri preziosi, di quelli che arrivano quando meno te lo aspetti e restano addosso come il profumo di qualcosa di buono.
Tra quelle persone speciali, c’erano una donna e sua figlia. Vivevano con due cani e due gatti, e come noi erano profondamente legate al mondo animale. La sintonia con loro è stata immediata, naturale. Ci siamo incontrati più volte, anche per un tè caldo condiviso nel nostro van, casa su ruote e rifugio sicuro. Ci hanno donato oggetti fatti a mano, piccoli capolavori d’affetto: borse create con carta di giornale giapponese, origami colorati, ceramiche artigianali e scaldini per affrontare l’inverno nipponico.
Tre mesi dopo, proprio quella donna ci ha regalato un incontro destinato a cambiare tutto.
Un messaggio che cambia la rotta
Ricordo perfettamente quel mattino di maggio. Eravamo sull’isola di Jeju, in Corea, seduti a far colazione nel nostro van affacciato sul mare. Sullo schermo del telefono è arrivato un messaggio dal Giappone: “Ragazzi, credo che questo cucciolo sia perfetto per voi.”
Quelle parole sono rimbombate dentro di noi. Forti. Tenere. Ma anche dolorose, perché c’era ancora una ferita aperta: Olimpia, la nostra rottweiler, compagna di mille viaggi, non c’era più. Accogliere un nuovo cane ci sembrava quasi un tradimento. Eppure, quella frase suonava come un invito. Come un segno.
Adottare un cane in Giappone: una sfida in salita
Adottare un cucciolo in Giappone non è affatto semplice, soprattutto se non si è residenti. Avevamo contattato oltre dieci canili e ricevuto sempre la stessa risposta: “No, non possiamo affidarvi un cane se non vivete stabilmente qui.” Ma quella donna, ancora una volta, ha fatto la differenza. Si è offerta di andare a conoscere il cucciolo al nostro posto, di portarlo a casa sua, di svezzarlo, vaccinare, farlo crescere tra le coccole dei suoi animali fino al nostro ritorno. Un gesto di una generosità immensa, che ci ha lasciati senza parole.
Eppure, ci siamo presi del tempo. Una settimana di dubbi, di fotografie guardate e riguardate. Cercavamo cani neri, simili a Olimpia, quasi a volerla cercare ancora nei tratti di qualcun altro. Ma tutti erano già stati adottati. Nel frattempo Sakè, il nostro gatto, ci guardava con occhi stanchi e annoiati. Sembrava dirci che un po’ di compagnia in più non sarebbe stata male. Finché una mattina, con un semplice sguardo a quel piccolo batuffolo sullo schermo, ho detto a Paolo: “E va bene. Prendiamola.”
Una decisione d’amore: benvenuta Genepì
Così è iniziato tutto. Come ogni decisione importante nella nostra famiglia: con uno sguardo, un silenzio e una certezza improvvisa.Ed è così che è arrivata lei, la nostra mameshiba: Genepì. Il nome non è stato scelto a caso. Genepì è un liquore delle nostre montagne, il simbolo delle nostre radici. Ma è anche una pianta, l’artemisia, che rappresenta forza, guarigione, mistero. Un nome che unisce passato e presente, Italia e Giappone, natura e cura.Dal primo sguardo, Genepì ci è sembrata parte di noi. Quegli occhi neri e profondi sembravano sapere già tutto: delle nostre paure, delle perdite, della vita in viaggio.
Vita in van con cane e gatto in Giappone
Da allora è iniziata la nostra nuova avventura: in quattro, con Genepì e Sakè, a bordo del nostro camper.Una famiglia un po’ strana, un po’ nomade, ma piena di cuore. Abbiamo già registrato ufficialmente Genepì a nostro nome e completato due dei tre vaccini obbligatori. A breve faremo anche quello contro la rabbia, e quando torneremo in Europa richiederemo per lei un passaporto, visto che in Giappone questo documento non esiste. Nel frattempo, lei cresce. Corre, gioca, morde i tappetini e ci guarda con quegli occhi che sanno di casa. Non ha ancora fatto grossi danni… se non quello più importante di tutti:averci rubato il cuore.

Adozione, viaggio e nuova vita
La nostra storia di adozione in Giappone non è solo il racconto di un cane che entra in una famiglia, ma il racconto di come la vita possa sorprendere, guarire e trasformare.Con Genepì e Sakè al nostro fianco, contiamo di “ubriacarci” di emozioni, di esplorare il Giappone da nord a sud, vivendo ogni giorno con gratitudine, curiosità e un pizzico di follia.
Poi, come sempre, arriverà un momento di silenzio, di nuove domande sul futuro. E in quel momento, apriremo gli occhi. Guarderemo il cielo. E capiremo, ancora una volta, dove andare.
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