Un giorno a Nagasaki (+ giro extra all’isola fantasma di Hashima)

  • Sara
  • Giappone
  • 4 Giu 2025 4 Giugno 2025
  • 3m 22s 3 minuti e 22 secondi

Nagasaki, città portuale del Giappone meridionale, è oggi conosciuta in tutto il mondo non solo per la tragica esplosione atomica del 9 agosto 1945, ma anche per la sua storia unica, la ricchezza culturale e la capacità di rinascita. Prima della guerra, Nagasaki era un importante centro industriale e portuale: da secoli rappresentava la porta d’accesso al Giappone per gli occidentali, tanto che ancora oggi si riconosce un’impronta europea nell’architettura, nei giardini e nelle tradizioni culinarie, eredità del passato cosmopolita della città.

La tragedia del 9 agosto 1945

Alle 11:02 del mattino, la bomba al plutonio soprannominata “Fat Man” esplose a circa 470 metri d’altezza sopra il quartiere Urakami, cuore industriale di Nagasaki. L’esplosione rase al suolo 6,7 km² di città, causando la morte immediata di circa 35.000-40.000 persone e ferendone oltre 55.000; il numero totale di vittime, comprese quelle decedute nei mesi successivi per le radiazioni, è stimato intorno alle 80.000. 

Nagasaki oggi

Oggi Nagasaki è un simbolo di pace e resilienza e si distingue anche per la sua apertura culturale. Infatti, ospita la più grande comunità cristiana del Giappone, frutto di secoli di scambi e persecuzioni, e una tradizione di dialogo tra Oriente e Occidente che si riflette nel tessuto sociale e urbano. Qui, più che altrove, si respira un’atmosfera internazionale, tra templi, chiese e tram colorati che sfrecciano lungo le vie della città.

Itinerario perfetto di un giorno a Nagasaki

Parco della Pace e Museo della Bomba Atomica

Comincia il tuo percorso nel cuore della memoria. Il Parco della Pace è silenzioso, toccante, pieno di simboli. Cammina tra le statue donate dai paesi del mondo e fermati all’ipocentro, esattamente dove esplose la bomba il 9 agosto 1945.
Il museo, ricostruito e ampliato, racconta con cura le conseguenze umane, ambientali e politiche della tragedia, con oggetti, foto, testimonianze audio e filmati.

Tappa extra: il Torii solitario e i due alberi di canfora

Poco lontano dal museo si trova un luogo meno noto ma molto simbolico: il One Pillar Torii, un antico portale scintoista colpito dall’onda d’urto dell’esplosione.
Delle due colonne originali, solo una è rimasta in piedi. Accanto, due alberi di canfora sopravvissuti all’attacco continuano a crescere: un potente messaggio di resistenza e rinascita.

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Ponte Megane (Meganebashi) e passeggiata lungo il fiume Nakashima

Dal parco prendi un tram verso il centro (30 minuti) o cammina per un’ora. Qui, tra negozietti storici e scorci pittoreschi, troverai uno dei simboli più poetici di Nagasaki: il Ponte Megane, chiamato così perché i suoi archi riflessi nell’acqua sembrano due lenti rotonde.

Costruito nel 1634 da un monaco cinese, è uno dei ponti in pietra più antichi del Giappone. Fermati ad ascoltare il rumore dell’acqua, osserva le carpe nel fiume e lasciati incantare dalla calma di questo angolo.

Pausa pranzo a Chinatown: Champon o Sara Udon

A due passi dal ponte si trova Shinchi Chinatown, una delle più piccole ma antiche del Giappone. Qui si respira ancora l’atmosfera dei commerci del passato, tra lanterne rosse, negozi di dolci e vapore che esce dalle cucine.

Prova:

  • Champon: noodle in brodo con frutti di mare e verdure (scopri dove abbiamo assaggiato i più buoni champon di sempre).
  • Sara Udon: versione asciutta, con noodles croccanti sotto a una pioggia di ingredienti saltati.

Oura Church e Glover Garden

15 minuti a piedi attraverso la Dutch Slope, una ripida via acciottolata fiancheggiata da case in stile occidentale. Qui vivevano mercanti europei nel XIX secolo, quando Nagasaki era uno dei pochi porti aperti agli stranieri.

Alla fine della salita si trova Oura Church, la più antica chiesa cattolica del Giappone (1864), dichiarata Patrimonio UNESCO. Fu costruita da missionari francesi e accoglie ancora oggi fedeli e curiosi.
Poco più su, tra salite e scalini, si apre il Glover Garden: un parco-museo con ville in stile occidentale e una vista spettacolare sul porto. Tra glicini, corridoi di legno e mobili d’epoca, si scopre l’influenza europea sulla Nagasaki dell’Ottocento.

Belvedere sulla città al Mt. Inasa (Inasayama)

Se hai tempo (e gambe), prendi la funivia oppure un taxi/mezzo proprio per salire sul Monte Inasa. È considerato uno dei tre panorami notturni più belli del Giappone, e quando il sole inizia a calare, le luci del porto, dei ponti e delle colline si accendono come stelle.
Porta una giacca, prendi posto e aspetta il momento giusto: vedrai Nagasaki dall’alto, distesa tra il mare e le montagne, viva e fragile come una costellazione.

Extra: escursione all’isola fantasma di Hashima (Gunkanjima)

Hashima è una città-fantasma galleggiante, abbandonata dal 1974. Un tempo ospitava oltre 5000 minatori e famiglie, stipati in condomini di cemento su un’isola piccolissima.
Con la chiusura della miniera, tutto è stato lasciato così com’era: letti, cucine, utensili, lavagne… oggi tutto in rovina, coperto da edera e silenzio.

Trovi tutte le informazioni in merito nell’articolo dedicato qui sotto:

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Info pratiche

  • Muoversi a piedi e in tram è semplice. I tram sono frequenti e costano poco (200 yen a tratta).
  • I musei chiudono tra le 17:00 e le 18:00. Il tour per Hashima parte spesso al mattino presto (verifica gli orari).
  • Se viaggi in camper puoi sfruttare i parcheggi a pagamento in centro città e dormire vicino al parco del belvedere gratuitamente.

Conclusione

In un solo giorno, Nagasaki ti regala una lezione di storia, una carezza al cuore e un salto nel tempo.
Ma se ti spingi oltre, verso Hashima, capirai che alcune ferite – umane e architettoniche – parlano ancora, anche se nessuno le abita più.

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